Scopri come relazionarti in modo differente con i tuoi disagi
In che relazione sei con i tuoi disagi? Come ti relazioni con lo stress, l’ansia, la tristezza o la paura? Spesso ciò che accade è che instauriamo una relazione resistente ed oppositiva nei confronti di questi “ospiti indesiderati”.
Quando l’ansia, la tristezza o la rabbia bussano alla tua porta, tu come reagisci?
Immagina di essere un albergo nel quale ogni giorno arrivano ospiti inattesi, alcuni dall’aspetto davvero strano, bizzarro e sconosciuto rispetto alle tue abitudini… Tu come ti comporti?
Uno degli atteggiamenti più diffusi è quello di metterli alla porta, convinto che se ne andranno presto, ma in genere non se ne vanno: il loro percorso deve per forza passare attraverso di te. Ogni giorno guardi dall’occhiello della tua porta e l’ospite è ancora lì. La situazione è scomoda perchè, oltre la scocciatura di vedere ogni giorno proprio chi non vuoi vedere, l’ospite blocca l’ingresso anche ad altri eventuali ospiti più graditi che potrebbero venire a trovarti. Un giorno, stanco di questa situazione, barricato dentro le tue mura per troppo tempo, scegli di aprire la porta ad uno di questi strani figuri. Il nuovo ospite inizia a raccontarti storie prima d’allora sconosciute, racconta di terre che non hai mai visto prima e di fatti che un po’ ti affascinano e un po’ ti spaventano, tanto sono estranei al tuo modo di essere; si ferma solo una notte e poi se ne va, riprendendo il suo cammino. Con sorpresa, scopri che quello strano ospite era venuto per andare e non per restare e che il disagio che provavi nei suoi confronti non era dato tanto dal suo aspetto, ma dalle tue preoccupazioni e da quello che, secondo i pronostici della tua mente, sarebbe potuto accadere nell’accoglierlo.
Per accogliere l’ospite è necessario uno sguardo silenzioso, attento e consapevole: uno sguardo che non rimane fisso, congelato dalla paura, ma che si muove incuriosito dalla diversità. Secondo la nostra Accademia di Counseling questo sguardo può essere allenato: i nostri counselor fanno esperienza in prima persona, durante il loro percorso di formazione, che quando ci sentiamo congelati dalla paura nel nostro percorso di crescita personale è perché stiamo tenendo l’inaspettato ospite fuori dalla nostra porta.
Una piccola pratica quotidiana per sviluppare un atteggiamento accogliente nei confronti dei nostri ospiti interiori è quella di far loro spazio. Quando per esempio veniamo visitati dallo stress, dalla paura o dalla rabbia, al posto di fuggire verso pensieri o azioni che vogliono portarci via da ciò che sentiamo, fermiamoci. Possiamo sostare in questo sentimento, respirare ed ascoltare cosa accade nel nostro corpo, catturando con la nostra attenzione tutte le sensazioni sentite. Diamoci uno spazio ed un tempo per respirare proprio con chi non vorremmo stare, per sentire proprio chi non vorremmo sentire. Non ci siamo fermati “per pensarci un po’ su”, ma per sentire profondamente le sensazioni del nostro corpo. Mentre portiamo attenzione alle nostre senzazioni, respirando e stando con ciò che sentiamo, possiamo accorgerci di come l’oggetto della nostra attenzione si trasformi e cambi continuamente. Ricordiamoci che questa pratica non ha lo scopo di cacciare via il nostro ospite – perché questo non dipende così direttamente da noi – è una pratica utile a creare spazio.
Quando avremo creato spazio e un ambiente sufficientemente confortevole per accogliere la sua presenza, allora forse quello sarà il momento in cui vedremo l’inatteso ospite tornare sui suoi passi, dopo essere stato visto ed ascoltato.
Questa pratica è molto potente e se il nostro invito ti hai incuriosito, sappi che tutti principi di questa pratica ed ulteriori approfondimenti li puoi trovare all’interno del nostro percorso formativo per counselor e professionisti della relazione d’aiuto.