Cos’è l’atteggiamento e che ruolo ha nella nostra vita?
L’atteggiamento, nei termini del nostro modello di counseling, è la predisposizione interna ad accogliere – o rifiutare – gli eventi che ci capitano: da questa predisposizione dipende la qualità dei nostri pensieri, emozioni e comportamenti nella vita di tutti i giorni.
Ognuno di noi, nel corso della propria vita, attraversa momenti difficili, sperimenta angoscia, dolore fisico ed emotivo; eppure ogni difficoltà può essere trasformata in un’occasione per crescere ed apprendere qualcosa di nuovo. Questo processo di crescita ed apprendimento viene ostacolato ogni volta che rifiutiamo, ci opponiamo al naturale corso degli eventi. Uno degli aspetti centrali del counseling e della crescita personale è quello di guidare la persona ad arricchire le possibilità del suo atteggiamento nei confronti della difficoltà che la vita gli ha presentato. Spesso non siamo consapevoli del nostro atteggiamento, non ci fermiamo mai a notare qual è la qualità della nostra relazione con la vita.
Come mi sento adesso? Quali sono le mie emozioni? Che pensieri sto frequentando?
Osservare ciò che accade al nostro interno è tanto importante quanto osservare ciò che accade fuori di noi. Nella nostra scuola di counseling portiamo il valore e l’importanza di fermarsi, respirare ed ascoltare ciò che si muove dentro. Perché è tanto importante? Perché i nostri stati d’animo sono il filtro attraverso cui osserviamo la realtà e spesso ciò che chiamiamo “problema” non è altro che una difficoltà vista attraverso un atteggiamento che colora il nostro mondo interno di emozioni e pensieri che ci tolgono forza.
Da cosa dipende in primo luogo il nostro atteggiamento?
Dipende da una scelta che in ogni momento possiamo prendere per noi stessi: se la vita accade “a noi” o “per noi”. Questa scelta orienta tutto il nostro dialogo interno, emozioni e comportamenti che proviamo.
Quando la vita accade “a noi” sperimentiamo spesso impotenza e frustrazione in quanto il nostro atteggiamento ci rende spettatori passivi degli eventi che ci capitano: consegniamo la responsabilità delle emozioni che sentiamo agli eventi esterni. Pensiamo, per esempio, a quando una persona si presenta in grande ritardo ad un appuntamento che avevamo concordato: le nostre aspettative sono rimaste deluse e proviamo risentimento per l’accaduto, ci sentiamo tristi o irritati. In realtà, la nostra risposta emotiva non è un effetto diretto dell’accaduto: è il nostro atteggiamento interno a far sì che che le nostre emozioni siano così dipendenti da eventi esterni a noi, a farci percepire privi di responsabilità e potere sui nostri stati d’animo! Se crediamo che sia così, stiamo aderendo ad un tipo di atteggiamento che vede gli eventi della vita come qualcosa che accade “a noi” e non “per noi”.
Se il nostro atteggiamento cambia, se scegliamo che la vita accada “per noi”, allora scopriremo tutto il nostro potere personale e tutte le possibilità per arricchire e modificare in meglio la nostra risposta emotiva agli eventi.
Quando la vita accade “per noi”, partecipiamo attivamente a ciò che la vita ci presenta, scegliendo quale significato dare a ciò che accade, in modo da poter sfruttare ogni evento, come dicevamo prima, per crescere ed apprendere qualcosa di nuovo. Un ritardo è soltanto un ritardo, possiamo osservarlo come un’opportunità di prenderci del tempo per noi e rilassarci, leggere un libro, respirare, parlare con qualcuno o molto altro.
Cosa ne facciamo di ciò che ci capita?
Come scegliamo di rispondere alle difficoltà?
In che modo posso ORA crescere ed apprendere qualcosa di nuovo?
Tutto questo dipende dal nostro atteggiamento interno, e chi meglio di uno sportivo può parlarne? Lo sport è atteggiamento: l’atleta che lavora verso il suo obiettivo è costantemente esposto alla possibilità di fallire nel suo intento, ed il suo atteggiamento determina come sfrutterà il suo procedere per tentativi ed errori.
Pensiamo ad un arciere: quante volte dovrà mancare il bersaglio prima di fare centro? Per quanto perfezioni la sua tecnica, per quanto prenda bene la mira, può sempre mancare il bersaglio: è costantemente esposto all’errore. Non è forse l’atteggiamento a far sì che l’arciere continui ad essere stimolato e motivato ad allenarsi? Ogni freccia che manca il bersaglio è un opportunità di apprendimento, comprendendo cosa può fare di diverso e cosa può lasciarsi alle spalle.
Ognuno di noi è arciere della vita: siamo costantemente esposti all’errore, al fallimento delle nostre aspettative e gli errori passati risultano utili solo se utilizzati per scagliare con serenità e rinnovata motivazione la nostra prossima freccia!
Con l’atteggiamento dello sportivo, difficoltà ed errori possono essere i nostri grandi maestri: ad esempio, nessuna freccia ha mai raggiunto il bersaglio grazie ad una lamentela o una critica ostile rivolta a noi stessi! Quando siamo guidati dall’ostilità verso noi stessi e dal rifiuto di ciò che accade, non possiamo guardare alle infinite possibilità creative che abbiamo a nostra disposizione.
Tutto accade per me e non a me
In questo modo ogni evento si trasforma in occasione di crescita ed apprendimento, da cui possono sorgere nuove possibilità per la nostra vita.