Chi non ha mai sentito questa frase? È un motto di uso comune, non sappiamo chi l’abbia pronunciato per primo, ma indubbiamente porta in sé una grande saggezza. Come tutti i detti popolari, non si tratta di una verità assoluta, ma allo stesso tempo esprime un significato profondo, altrimenti sarebbe già stata spazzata via dallo scorrere del tempo.
Ridi che ti passa!
A prima vista questa frase può sembrare provocatoria perché nessuno, quando soffre, ha voglia di ridere. La sofferenza richiede rispetto e dignità. Ogni persona ha a cuore prima di tutto la propria sofferenza e, indubbiamente, prendersi gioco della propria sofferenza o di quella degli altri non è certo un rimedio che può aiutare ad attraversarla. Infatti la frase dice “ridi che ti passa”, non “deridi che ti passa” e c’è una bella differenza.
Quindi perché ridere?
Partiamo dal fatto che non siamo obbligati a farlo, ridere è un’opportunità! Quando soffriamo, ad un certo livello tutti desideriamo la stessa cosa: liberarci dalla sofferenza. Com’è una persona libera dalla sofferenza? Com’è una persona che si muove leggera nella vita? La vediamo forse col volto cupo e pensoso? No! Il sorriso è sinonimo di buon umore e gioia! Quando stiamo bene, questo benessere si esprime attraverso l’azione di ridere e di sorridere alla vita.
C’è qualcosa di non esplicitato nella frase “ridi che ti passa” che contiene gran parte della saggezza di questo antico detto popolare: quando stiamo male, cerchiamo un motivo per tornare a ridere nella vita, ma ridere e sorridere sono azioni che possiamo fare anche senza alcuna motivazione!
Ridere è gratuito e non necessita un perchè. Potremmo chiamarla “risata incondizionata” perché non serve necessariamente un motivo: La risata incondizionata è un’opportunità perché ci consente di percepire la realtà da un punto di vista differente. La nostra fisiologia è direttamente collegata ad un preciso atteggiamento mentale, per questo è difficile ridere ed avere nello stesso tempo pensieri negativi.
Non si tratta di evitare la sofferenza, si tratta di darsi la possibilità di vedere il mondo anche da un’altra prospettiva ed il nostro corpo è uno degli strumenti più potenti per accedere a nuove prospettive. Quando ridiamo, si attivano maggiormente i cosiddetti ormoni del benessere (principalmente serotonina, endorfina, dopamina ed ossitocina):
generando rilassamento e buon umore, è come se assumessimo uno psicofarmaco naturale e a costo zero!
Come Accademia di counseling crediamo che la capacità di muovere il proprio punto di vista attraverso azioni concrete sia fondamentale per accedere a nuove intuizioni: anche questo significa essere counselor di sè stessi.
Quindi, per praticare questa antica saggezza popolare, ti invitiamo a fare una semplice pratica che può esserti di ispirazione nel tuo percorso di crescita personale. Al mattino, quando ti alzi dal letto e vai verso il bagno, osservati allo specchio e ridi. Abituati a vedere il tuo volto felice e senti cosa si genera in te mentre lo fai. È vero, stai ridendo senza motivo e può sembrarti anche senza significato: bene, allora trovalo! Perché ha senso che tu possa iniziare ridendo la tua giornata? Scrivilo su un foglio o semplicemente porta quel senso nel tuo cuore. Se ti sembra di non riconoscerti e ti domandi “chi è quella persona che sorride davanti allo specchio?”, la risposta è semplice: sei una persona che si alza con il sorriso sul volto e che ogni giorno trova un buon motivo per continuare a farlo.
Buona pratica!