Ti sarà sicuramente capitato di considerare la paura come un nemico da combattere e vincere, ci sei tu contro la tua paura: chi avrà la meglio?
È comprensibile il desiderio di disfarsi della paura perché quando è lei che ci governa, ci sentiamo molto limitati e viviamo continuamente sotto stress. Anche la semplice azione di raccontare la propria opinione di fronte a un gruppo di amici può essere un’esperienza terrificante: ci blocchiamo e cerchiamo di evitare in tutti i modi di trovarci nella condizione di dover dire qualcosa. Desideriamo disfarci della paura perché ogni volta che questa ci governa, la nostra vita si impoverisce e ci sentiamo in gabbia. Distruggere la paura però non è possibile. È una legge fisica, descritta con straordinaria lucidità dallo scienziato A. L. de Lavoisier
“In natura, nulla si crea e nulla si distrugge: tutto si trasforma”
Cosa significa? Significa che se bruciamo un foglio di carta, quel foglio non ha smesso di esistere, ma ha semplicemente ha cambiato forma: si è trasformato in fumo, cenere, aria e molto altro.
Per le emozioni accade qualcosa di molto simile: se ci opponiamo alla paura, inizieremo ad evitarla e a tentare di controllarla, con il risultato che la nostra vita diventerà una gabbia costruita con le nostre mani e probabilmente la paura si trasformerà anche in sintomi fisici.
La paura non è da vincere, ma da trasformare, e come per ogni esperienza anche noi ne usciremo trasformati. Non a caso gli antichi greci davano alle emozioni il volto degli Dei! Come cambierebbe la nostra vita se accogliessimo la paura come una divinità che ci è venuta a trovare? La accoglieremmo con riverenza, le chiederemmo di cosa ha bisogno ed essa muterebbe forma. Noi invece le resistiamo, tentiamo di allontanarla e così facendo blocchiamo la vita fuori dalla nostra porta. Se le emozioni avevano il volto di divinità sacre che sono venute a visitarci, ci sarà un motivo, non credete? Quali doni potranno arrivare nella nostra vita dopo aver incontrato degnamente la paura? Non lo possiamo sapere finché rifuggiamo l’incontro.
Come possiamo trasformare la paura? Attraverso la comprensione profonda di ciò che stiamo sperimentando nel presente.
La nostra Accademia di Counseling conosce bene l’importanza di rallentare l’impetuoso movimento della nostra mente. I processi mentali che viviamo sono velocissimi e spesso ne sperimentiamo solo l’effetto, ad esempo attraversiamo un’emozione e ci sentiamo travolti da essa; oppure non sappiamo in che modo la continuiamo ad alimentare, mentre vorremmo che essa ci abbandonasse. Calmare la mente ed osservarla in profondità ci permette invece di comprendere il senso autentico delle nostre emozioni.
Per comprendere le radici della paura, utilizziamo l’esempio di una persona che ha paura di parlare in pubblico. Questa persona si chiama Elena, ed ogni volta che prova a parlare di fronte a più persone, anche se sono amici, si blocca, sente un nodo alla gola e, se le è possibile, si allontana da quella situazione. Di cosa ha paura Elena? Apparentemente sembra che la spaventi la presenza di altre persone che la ascoltano, ma guardando più in profondità, ponendole qualche domanda in più, scopriamo che Elena ha paura di risultare noiosa e stupida. Accorgersi di questo è stata una grande intuizione per lei: ha osservato i processi della propria mente fino a comprendere che ciò che la spaventava di più era il pensiero di risultare noiosa e stupida! Quindi la cosa peggiore che poteva accadere era che gli altri pensassero ciò che lei pensava di se stessa! In poche parole… La cosa peggiore che poteva accadere era già accaduta. Quindi possiamo dire che il giudizio malevolo di Elena verso se stessa (pensare di essere noiosi e stupidi non è esattamente un atto di gentilezza nei propri confronti!) era il principale responsabile di quella paura.
Molta parte della paura che sperimenti nelle relazioni sono i tuoi giudizi malevoli verso te stesso che trasferisci nel futuro e nella mente delle altre persone.
Siccome questo futuro, in realtà, non esiste, ecco che le tue peggiori paure risultano essere film mentali che ti terrorizzano nel presente. Non puoi fare nulla per cambiare la paura, puoi solo risvegliarti al fatto che ciò che ti terrorizza è un sogno, e tu sei il sognatore! Quando il sogno diventa un incubo triste e cupo, combatterlo non ti servirà a nulla: ciò che puoi fare è risvegliarti.
Occuparti della paura senza averne paura può diventare un’esperienza profondamente arricchente per la tua vita: una pratica trasformativa che puoi fare per iniziare ad abbracciare la tua paura è quello di dichiararla, in modo che non sia più segreta e compressa nella tua mente. Immagina un cavallo selvaggio, bello ed impetuoso, recintato un uno spazio di pochi metri quadrati… Cosa immagini che succeda? Immagina ora lo stesso cavallo che ora si muove libero e potente in uno spazio molto più grande: così sono le nostre paure. All’inizio ti sentirai più al sicuro dichiarando una tua specifica paura agli amici più intimi; poco a poco ti accorgerai che, dichiarandola, dandole quindi maggior spazio di ascolto e di espressione, quella paura non è così paurosa come sembra.
A cosa serve fare questo? È una pratica che ti ricorda che tu sei la consapevolezza al di là dei tuoi pensieri.
La mente è solo uno strumento e puoi imparare ad usarla come meglio credi.
Quando hai scoperto che, nella maggior parte dei casi, sei tu stesso a spaventarti da solo, cosa rimane di cui avere paura? Sei libero! La libertà che hai sempre cercato fuori di te è sempre stata lì per te, dietro a tutte le tue paure. La paura, come ogni altra emozione primaria, non è un nemico da combattere, ma un insegnante da cui andare a lezione: quando la lezione è appresa, l’insegnante non serve più a nulla e la paura svanisce.