Siamo stati abituati culturalmente a pensare alla nostra interiorità come qualcosa di statico e unitario. Alla domanda “Chi sei tu?” ci viene naturale rispondere con una definizione in cui elenchiamo il nostro nome e cognome, la nostra età attuale e magari dove viviamo, il ruolo che svolgiamo nella società. È davvero tutto qui?
Vi è mai capitato di compiere azioni in cui faticavate a riconoscervi?
Vi è mai capitato di credere di volere una cosa e scoprire dopo poco che ne volevate un’altra ed era l’esatto opposto della precedente?
Vi è mai capitato di sentire conflitti interni, come tra parti che si oppongono l’una all’altra?
È proprio questo che intendiamo: le più antiche tradizioni da Oriente ad Occidente ed anche la psicologia più recente, si trovano tutti d’accordo con l’affermare che la nostra interiorità non è unica e statica ma un processo in continuo divenire, in cui sotto la grande etichetta “Io” ci sono numerose parti interne che siamo sempre “noi” ma con configurazioni mentali e fisiche differenti.
Cosa significa? Facciamo un esempio classico: il conflitto che viviamo quando vogliamo iniziare una dieta e non ci riusciamo, perché abbandoniamo i nostri buoni propositi dopo poco tempo. È importante distinguere il fatto stiamo parlando di parti differenti! La parte che vuole fare la dieta non è la stessa che abbandona il piano! È per questo che molto spesso ci sfugge la comprensione di questi conflitti interiori: ragioniamo come se fossimo “unici e indivisibili”, quando invece il nostro mondo interiore è complesso, dinamico e ricco di diversità. La parte di noi che vuole fare la dieta ha una configurazione mentale ed ormonale completamente differente da quella che abbandona il proposito, perché lei vuole continuare a mangiare! Avete presente il viso di una persona che sta per mangiare la sua torta preferita? Vi sembra forse uguale a quella della stessa persona che programma la dieta e stabilisce il suo piano nutrizionale assieme ad un esperto? No! Queste parti ad un certo livello hanno valori differenti, bisogni differenti e configurazioni mentali e fisiologiche differenti.
Comprendere questa realtà ci apre a maggiori possibilità, perché la comprensione autentica ed esperienziale ci può elevare al di sopra del conflitto. La logica del conflitto prevede che noi ci identifichiamo inconsapevolmente con una delle due parti interne e confliggiamo con l’altra; questa logica, oltre a richiedere un dispendio di energie notevole, dura fino al momento in cui, quando abbassiamo la guardia, ci identifichiamo conun altra parte di noi e stabiliamo nuove alleanze interne, mantenendo il conflitto interno ed il dispendio energetico.
C’è un’altra possibilità: nel nostro percorso di crescita personale possiamo fare esperienza che noi siamo le nostre parti e siamo anche la consapevolezza che le può abbracciare tutte. Noi siamo quello spazio in cui le nostre parti si manifestano. Quando facciamo esperienza di questa realtà dal centro di noi stessi, si apre uno spazio di comprensione da cui nascono nuove intuizioni e maggiore consapevolezza. Ogni parte ha una sua voce, preziosa ed unica e noi, dal centro di noi stessi, siamo consapevoli di questo ricco e variegato processo.
La nostra Accademia di Counseling ha integrato nel percorso formativo dei nostri counselor lo strumento del “Voice dialogue”, ovvero il dialogo delle nostre voci interiori: una pratica evolutiva e di conoscenza di sé concepita e sviluppata da due psicologi americani, Hal e Sidra Stone, che si rivela uno strumento introspettivo estremamente utile per tutti.
Con il Voice Dialogue impari a rafforzare il tuo centro consapevole scoprendo le diverse fisiologie e energie delle varie sfaccettature che ti compongono.
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